L' Inquisizione scientifica
Loredana Frasca, Giuseppe Ocone e Raffaella Palazzo, ricercatori del Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione dei Farmaci, dell'istituto Superiore di Sanità, in uno studio pubblicato sulla rivista Pathogens dal titolo "Saretta of Covid 19 Vaccines in Patients with Autoimmune Diseases, in Patients with Cardiac Issue, and in the Healthy Population:", hanno messo in dubbio l'utilità di ulteriori dosi di vaccino contro il Covid 19 alla popolazione, sia in soggetti con patologie autoimmuni, quanto a quelli sani.
Nell'astratto si legge: "Qui miriamo a fornire una panoramica di sicurezza e degli effetti avversi noti di questi prodotti, in relazione al loro meccanismo d'azione. Discutiamo l'uso e la sicurezza di questi prodotti nelle persone a rischio, in particolare quelle con malattie autoimmuni o miocardite precedentemente segnalate, ma anche nella popolazione generale. Discutiamo la reale necessità di somministrare questi prodotti con effetti a lungo termine poco chiari alle persone a rischio con condizioni autoimmuni, così come alle persone sane al momento delle varianti Omicron. Questo considerandolo l'esistenza di interventi terapeutici attualmente valutati molto più chiaramente rispetto al passato, e le varianti meno aggressive delle nuove varianti virali ".
Interessanti le conclusioni: ".....Diversi studi hanno documentato un rapido calo dell'efficacia di queste sostanze, calo che è più evidente dopo la diffusione delle varianti Omicron. Poiché molti studi indicano che le attuali varianti del virus sono meno letali e che esistono terapie efficaci per il trattamento della malattia Covid 19, potrebbe essere il momento giusto per rivedere il rapporto rischio/beneficio di questi interventi farmacologici. Un ulteriore fattore, che mancava all'epoca dei primi studi, è che un gran numero di persone acquisisce naturalmente l'immunità anche attraverso l'infezione, compresa quella pauci-sintomatica. Pertanto può essere utile riflettere sugli eventi avversi documentati di questi vaccini basati su geni..."
La risposta dell'istituto non si è fatta attendere; la pubblicazione è segnalata come violazione del codice interno di integrità dei ricercatori ISS, l'analisi effettuata dai ricercatori è definita "lacunosa e parziale ". In un duro comunicato stampa (n°7/2023) afferma che: "l'articolo riporta esclusivamente l'opinione personale degli autori e non rappresenta in nessun modo la posizione dell'istituto".
Difronte ai dubbi esposti dai propri ricercatori ed alle loro richieste di nuove valutazioni e ricerche sui rischi e benefici dei vaccini, l'Istituto Superiore di Sanità ha scelto di arroccarsi censurando l'attività scientifica e i dubbi esposti dai propri ricercatori. Risulterebbe che il Governo inglese abbia, poco dopo la pubblicazione dello studio "no vax" dei tre ricercatori dell'ISS, cancellato dati relativi alla mortalità nei vaccinati. Questo è un gesto gravissimo, ed è un'evidente prova di dolo e complicità norale. Risulterebbe inoltre che siano stati comminati provvedimenti disciplari contro i ricercatori dell'ISS, i quali avevano espresso, in uno studio pubblicato, dubbi sul rapporto rischi/benefici, invitando a riconsiderare la necessità dei vaccini. Siamo al cospetto di una nuova Inquisizione che rende impossibile qualsiasi libero dibattito sui sieri.
9 febbraio 2023
Dario Armaroli
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