L' ovo-scempio
E’ una notizia di questi giorni la bocciatura
da parte del Comitato dei “garanti” del referendum sull’abolizione del progetto dell’ovovia da Barcola all’altopiano carsico – in un primo tempo il terminale avrebbe dovuto essere Campo Romano, ora il Comune di Trieste aspira a stabilirlo a Monte Grisa.
La motivazione, secondo i “garanti”, è ricondotta al fatto che il Comune non avrebbe competenza esclusiva in materia e che le tempistiche del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, da cui arriverebbero i fondi, sarebbero “incompatibili” con le tempistiche del referendum consultivo.
L’ovovia promossa dall’amministrazione locale comporterebbe il taglio di numerosi alberi nel Bosco Bovedo, tutelato dalla Legge Regionale n. 42 del 1996. Apparirebbe come una ferita impattante in una zona poco antropizzata, dal notevole pregio botanico e faunistico.
Gli ambientalisti rimarcano il fatto di un’opera dalla manutenzione costosa e dall’inutilizzo nelle giornate di forte bora.
La “ratio” della decisione dei “garanti” potrebbe essere estesa a tutte le opere finanziate dal PNRR, e ciò rappresenterebbe un precedente pericoloso con una permanente esclusione della partecipazione dei cittadini. Appare significativa la considerazione del coordinatore William Starc del Comitato Noovovia in un’intervista a “Il Piccolo” dell’11 maggio scorso : “Non è questa l’Europa che avevamo sognato”.
Sempre più persone si stanno risvegliando.
Le repressioni di qualsiasi dissenso o persino dubbio con ogni mezzo mediante l’alibi delle emergenze dapprima terroristiche, poi economiche, poi sanitarie, poi belliche e fra poco ambientali fanno parte di un unico disegno.
L’obiettivo di Ancora Italia è quello di opporsi a questa perversa tendenza per ripristinare nel nostro Paese la sovranità democratica.
12 maggio 2022
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