Il futuro terrificante. Donne cerebralmente morte usate come uteri in affitto
Donne morte cerebralmente utilizzate come uteri in affitto per lo sviluppo di feti da vendere successivamente a facoltose coppie etero, gay-trans o non-binari.
La proposta di utilizzare l'intero corpo di donne in stato vegetativo come madri surrogate è apparso, lo scorso novembre, in un articolo sulla rivista Theoretical Medicine and Bioethics firmato dalla ricercatrice Anna Smajdor dell'Università di Oslo.
Nell'articolo dal titolo "Whole body gestional donation (WBGD) - Donazione gestazionale di tutto il corpo" la dottoressa sostiene che le donne in PVS (stato vegetativo) offrirebbero la miglior alternativa alla maternità surrogata: in pratica surrogati vegetativi nei quali verrebbero impiantati embrioni nell'utero. Non si tratta di utero in affitto, ma della donazione dell'intero corpo, previo consenso scritto anticipato, simile a quello che viene dato per l'espianto di organi.
Conclude: "la gravidanza è una esperienza pericolosa. Non possiamo ancora rinunciare del tutto all'utero per la riproduzione, ma possiamo trasferire i rischi della gestazione a coloro che non possono essere più danneggiati. Cosa potrebbe mai andare storto?" L'idea era precedentemente emersa nel 2020 in un articolo pubblicato sulla stessa rivista da una dottoressa israeliana Rosalie Ber, che aveva ipotizzato che i corpi delle donne in uno stato vegetativo persistente (PVS) potessero essere usati per incubare i bambini fino a quando la ectogenesi - la nascita di bambini in uteri artificiali - non fosse diventata realtà.
Non solo la vita non vale più niente: affitto di uteri, compravendita di bambini scelti da catalogo, vendita di ovuli e gameti. Ora siamo arrivati al punto di vendere un corpo intero per generare la vita dalla non vita. Era inevitabile che prima o poi qualcuno si chiedesse: "come posso trarre profitto da quei corpi con utero che giacciono nei letti d'ospedale con il tronco encefalico morto?" Quale potrebbe essere il passo successivo? Benvenuti all'inferno.
Articolo originale https://link.springer.com/article/10.1007/s11017-022-09599-8#ref-CR18
20 febbraio 2023
Dario Armaroli
Commenti
Posta un commento