L'impossibile rimozione delle false notizie
Ormai l'idea che vaccinarsi sia servito a "proteggere l'intera popolazione", è entrata nel subconscio della maggioranza degli italiani, e di lì non uscirà più. Quello "del vaccino che ha salvato la società" è ormai una verità acquisita.
A nulla è servito rendersi conto che il virus ha continuato a circolare nonostante l'odioso green pass. A nulla è servito scoprire che gente quadrivaccinata si "beccava" l'infezione da gente vaccinata. A nulla è servito scoprire che la Pfizer non avesse nemmeno testato il vaccino contro la diffusione del virus, prima di metterlo in commercio. Nino Cartabellotta, dell'istituto Gimbe ha affermato: "il reintegro dei sanitari non vaccinati contro il Covid 19 e le sanatorie per i no-vax, rappresentano una amnistia anti-scientifica e diseducativa".
È nella parola "diseducativo" che Cartabellotta tradisce il vero scopo della campagna vaccinale: non quello di fermare l'infezione, ma quello ben più subdolo di "insegnare" a tutti che bisogna obbedire ai diktat del Governo. Questo, purtroppo, è anche il sentire della maggioranza della popolazione, che si è vaccinata come forma di responsabilità verso gli altri. Chi si è vaccinato è convinto di "aver fatto il bravo" e gli dà fastidio vedere che i "cattivi" vengono perdonati.
Purtroppo ciò, che è stato acquisito come verità a livello emozionale tramite la paura del virus, non potrà essere rimosso con un semplice ragionamento logico. L'unico modo per rimuoverlo sarà un equivalente evento emozionale, uguale e contrario, che vada a toccare ciascun cittadino nel suo intimo. Forse solo quando le cosiddette "morti improvvise" saranno così numerose da non poter più essere nascoste, la gente comincerà a smantellare quella sovrastruttura emotiva che, fino ad oggi, le ha impedito di vedere i fatti nella loro verità più lampante.
25 gennaio 2023
Dario Armaroli
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