Le memorie del generale alpino

    Dal sito de Il Piccolo di Trieste leggiamo un’interessante intervista al generale degli Alpini Silvio Mazzaroli, in occasione della presentazione del libro autobiografico “Una vita con il Cappello Alpino”, già uscito nel 2021.

 



    Nato a Trieste nel 1942, vissuto nei primi anni a Pola fino all’esodo del 1947, l’ufficiale delinea un excursus sulla situazione geopolitica mondiale degli ultimi trent’anni.
 
    Racconta il successo della missione militare di pace in Mozambico, avvenuta fra il 1992 ed il 1994. In quel caso, il contingente italiano riuscì a porre fine alla guerra civile fra il Frelimo, il partito di ispirazione marxista che aveva assunto il governo dopo la fine del dominio portoghese, e il Renamo, il partito della resistenza. Rammentiamo che nel 1987 era stato vittima di questi scontri l’inviato giornalista indipendente triestino Almerigo Grilz.  Nonostante allora il contingente aveva garantito la sicurezza dei corridoi umanitari e offerto assistenza alle popolazioni locali, il merito al nostro Paese non sarebbe stato riconosciuto a livello internazionale. E di ciò l’ufficiale alpino si rammarica molto nell’intervista.
 
    Nella successiva missione di pace in Kosovo nel 2000, dove il generale era stato addirittura nominato Vice Comandante delle truppe della Nato, emerse la sensazione di inutilità e di abbandono. La spedizione italiana non fu altrettanto efficace come in Mozambico. Mazzaroli espose questo malumore e fu sollevato dall’incarico nell’arco di 48 ore. L’ intervento della Nato nel Kosovo non ha aiutato la riappacificazione fra le etnie serbe ed albanesi. Dopo la pluridecennale convivenza nella Jugoslavia di Tito, morto nel 1980, accese politiche nazionalistiche, con da una parte il presidente serbo Milošević e dall’altra le bande dell’ UCK, con profondi lutti da ambo le parti, con un Paese ai più alti livelli di corruzione e di povertà in Europa, con esodi massicci di popolazioni serbe per sfuggire alle persecuzioni e di popolazioni albanesi per sfuggire alla miseria – ricordiamo la presenza di numerosi migranti nella nostra città, spesso impiegati nell’edilizia -, siamo infatti ora sull’orlo di una guerra fra la Serbia e la Repubblica del Kosovo, che probabilmente non tarderà ad indire un referendum per l’annessione alla Albania. 
 
   Appare coraggiosa la risposta di Mazzaroli alla domanda sulla questione ucraina. “Gli Stati Uniti hanno grosse responsabilità per quanto sta succedendo” è un’ affermazione che solo poche settimane fa sarebbe stata biasimata come “putiniana”. Ma è un segno che il vento stia cambiando. Oramai alla guerra continua ci credono solamente Calenda ed il cosiddetto “Terzo Polo” e numerosi giornalisti del nostro Belpaese.
Pare che persino gli USA stiano avviando trattative parallele riservate con la Russia.
 
    Le sagge parole del servitore dello Stato escono dalla bocca di chi ha vissuto in prima persona il dramma delle guerra, che l’ Italia ripudia come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come ben recita il troppo dimenticato art. 11 della nostra Costituzione.
 
20 novembre 2022



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