La pittura dei Macchiaioli a Trieste

    E’ in corso fino al 10 aprile 2023 al Museo Revoltella a Trieste una mostra di ottanta quadri dipinti dai maestri “macchiaioli”. Il movimento pittorico nacque attorno al 1855 per il merito di alcuni giovani artisti, perlopiù toscani, che frequentavano l’allora Caffè Michelangelo nella Firenze del Granducato di Toscana. Erano gli anni immediatamente precedenti al plebiscito del 1860, che fece inglobare la città di Dante nel Regno di Sardegna prima e nel Regno d’Italia poi, di cui assurse a capitale dal 1865 al principio del 1871. Questi giovani rigettarono la contemporanea pittura romantica, troppo accademica e rivolta verso temi della storia passata o della mitologia. Il termine di “macchiaioli”, dapprima apposto negativamente dalla critica, fu successivamente assunto con orgoglio dallo stesso movimento. La rivoluzione artistica si accompagnò alle aspirazioni patriottiche mazziniane.

                            Bambino a Riomaggiore (1895) – Telemaco Signorini

 

     Tra le pitture esposte non mancano alcune opere del principale esponente del movimento, Giovanni Fattori. L’artista livornese riprese nei suoi schizzi la dura, ma mai retorica, realtà della leva e del lavoro, attraverso le immagini delle battaglie risorgimentali e dei campi della Maremma. Si scorgono pure opere di Telemaco Signorini, fiorentino, che affrontò, negli ultimi anni della sua vita, anche argomenti a sfondo sociale, molto sentiti allora in una situazione di forti disparità sociali, di cui non si auspica certamente il ritorno. Nella mostra non può mancare Silvestro Lega, di Modigliana presso Forlì. Egli fu maggiormente ispirato dalla vita delle famiglie della borghesia toscana. Non va scordato il ferrarese Giovanni Boldini, instancabile nei ritratti femminili, il quale, come il veneziano Federico Zandomeneghi, un “verista” della pittura, ed il barlettano paesaggista Giuseppe De Nittis, subì il fascino di Parigi, lavorandoci ed incontrando numerosi pittori impressionisti. Il movimento della “macchia” precedette quello degli Impressionisti in Francia, però, a differenza di questo, non fu molto amato dal pubblico e dalla critica per diversi decenni. 

    Si dovettero aspettare gli anni Trenta del Novecento per un serio apprezzamento, quando numerose tele vennero acquisite dalle collezioni private di ricchi industriali del Nord Italia.

     Le opere esposte al Museo Revoltella rappresentano realisticamente un viaggio nella società italiana della seconda metà dell’Ottocento e, quindi, un inestimabile patrimonio culturale della nostra Patria. 

20 novembre 2022

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