Lettera aperta sulla mancanza dei medici di medicina generale

    


    Da Il Piccolo del 21 novembre 2022 si apprende della mancanza nel Friuli-Venezia Giulia di circa 115 medici di medicina generale, che corrispondono ad almeno 172.500 cittadini non assistiti, un problema sociale particolarmente rilevante nelle zone isolate e disagiate.
 
    Questo rappresenta il fallimento delle politiche regionali, nazionali ed europee basate sull’evocata medicina territoriale, le quali non solamente non hanno trovato la loro applicazione, ma hanno, a nostro parere, contribuito allo scadimento della Sanità pubblica, a vantaggio della Sanità privata, non usufruibile da tutti i ceti della popolazione.
 
    Tutto è cominciato con l’istituzione dei Centri di Assistenza Primaria (CAP), aggregazione locale di medici, infermieri ed altri operatori, contemplati dalla riforma Serracchiani-Telesca della giunta regionale di centro-sinistra del 2014, mai decollati, che dovevano sgravare il lavoro degli ospedali, i quali stavano nel frattempo diminuendo i posti letto. 
 
    La riforma Fedriga-Riccardi della giunta regionale di centro-destra del 2019 ha lanciato il progetto delle Case di Comunità, il quale, seppure con un nome diverso, rispecchia in gran parte la confusione creatasi con la riforma della giunta precedente. Sull’attuazione di 26 Case di Comunità nel Friuli-Venezia Giulia entro il 2026 pesa la “spada di Damocle” del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR), inviato dal precedente governo Draghi all’Unione Europea. Trattasi di fondi a prestito o a fondo perduto, a patto che l’Italia soddisfi alcuni parametri imposti dalla Commissione Europea, dopo i copiosi contributi annuali corrisposti dal nostro Paese – quasi 18 miliardi di euro nel solo 2020, ad esempio.
 
    Queste continue caotiche riforme sanitarie demansionanti spesso appaiono alquanto sgradite ai medici di base, che devono seguire 1500 o addirittura 1800 pazienti, alle prese con i costi crescenti degli ambulatori (locazione e bollette), con gli oneri di eventuali dipendenti, con i programmi applicativi non sempre dalla comprensione immediata, in contesti sociali già seri, con una burocrazia che toglie tempo ed energie ai reali fini della professione, con l’obbligo di rispettare fideisticamente protocolli talvolta dannosi, pena l’esclusione dall’Ordine. Le loro difficoltà di effettuare visite domiciliari stanno costringendo molti cittadini ad affollare i centri di pronto soccorso a scapito della qualità della Sanità pubblica.
 
    In questo quadro appare paradossale il caso della dottoressa Beatrice Coletti citato dal quotidiano La Verità del 20 novembre 2022, secondo cui la succitata, al ritorno dalla sospensione per non essersi sottoposta ai sieri sperimentali anti-Covid, è stata scacciata dall’ambulatorio del Comune di Vivaro (PN). Anche in un contesto di una penuria di medici di famiglia, continuano le persecuzioni contro coloro che hanno optato per una legittima scelta.
 
    La Sezione di Trieste di Ancora Italia intende rilanciare la preziosissima figura del medico di medicina generale ed auspica che vengano adottate tutte le misure che facilitino l’accesso e l’esercizio di questa professione, che costituisce la prima linea del Servizio Sanitario Nazionale. 
 
    Urge, altresì, una sovranità sanitaria nazionale, che non guardi più alla chimera dei fondi europei, che rappresentano denaro pubblico italiano da restituire o restituito, sempre a determinate condizioni dettate da pochi tecnocrati, a prescindere dalla volontà del popolo.
 
 
Sezione di Trieste 
il Direttivo
 
22 novembre 2022

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