La povertà in aumento a Trieste

    Si apprende da un articolo de Il Piccolo del 16 novembre 2022 dell’incremento della spesa del Comune di Trieste a favore delle classi più povere. 

     La sciagurata gestione dell’emergenza sanitaria ha generato fra il 2020 ed il 2022 la cessione di attività aperte al pubblico. Le chiusure forzate nel 2020 e all’inizio del 2021 con le zone rosse e gialle, le persecuzioni dei non vaccinati tra la fine del 2021 e il principio del 2022, quando una parte non trascurabile della popolazione non poteva entrare in un negozio o in un bar, la psicosi del contagio, che investiva spesso anche coloro che erano muniti del super green pass, sicché non era raro trovare locali vuoti o quasi, hanno determinato perdite finanziarie e debiti non onorati di una parte di succitati locali, con i gestori ed i loro dipendenti caduti nell’inaspettato vortice della miseria. 

 


    Nel rapporto contemporaneo della Caritas figurano tra i nuovi indigenti pure giovani adulti, le cui retribuzioni risultano troppo basse per arrivare sereni alla conclusione del mese. E’ l’effetto delle politiche neo-liberiste. Come già previsto da Noam Chomsky oltre vent’anni or sono, è la prima volta nella storia occidentale da tempi immemorabili che i figli stanno peggio dei loro genitori. 

     La massiccia immigrazione incontrollata, spesso più per motivi economici che per motivi bellici o politici, ha alimentato il cosiddetto “esercito industriale di riserva” di marxiana memoria, stimolando un livellamento medio dei salari verso il basso, a parametri non sopportabili per i cittadini residenti e pure per tanti immigrati arrivati nei decenni precedenti. Forse il nuovo Governo, di cui non si condividono molti indirizzi, tenterà di arginare gli afflussi e di stipulare accordi con i Paesi di provenienza , anche al fine di migliorare in loco le condizioni economiche dei potenziali migranti. 

    La crescita esponenziale dei costi della energia farà scaturire sicuramente una nuova ondata di poveri. Le sanzioni-boomerang approvate dal Parlamento italiano contro la Russia stanno prospettando un’offerta sensibilmente inferiore dell’energia nel prossimo futuro, a vantaggio degli interessi speculativi già in atto da un anno.

     L’aumento dei tassi di interesse dei mutui e dei fidi non può che colpire ulteriormente imprese e famiglie. Il reddito di cittadinanza, che pure sta aiutando numerosi cittadini indigenti, andrebbe, però, legato ai lavori socialmente utili di un piano di manutenzione nazionale del territorio, che ne ha enormemente bisogno, con successivi benefici per l’intera comunità. 

    La povertà rappresenta una bomba sociale, pronta ad esplodere da un momento all’altro, con conseguenze non ancora concepibili da buona parte dell’opinione pubblica. Non è augurabile un ritorno alla miseria vissuta dalle generazioni precedenti. Il compito di Ancora Italia, quindi, è quello di creare le condizioni affinché ciò non si verifichi. 

20 novembre 2022

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